Un’occasione che diventa pretesto per raccogliere alcuni lavori di un grande fotografo, Nando Mutarelli, che da anni gioca a sperimentare nuovi linguaggi visivi, nel segno della trasformazione degli oggetti indagati.
a un lato la sacralità dello spazio, dilatato nella “panoramicità” delle immagini fino ad assumere nuove connotazioni di senso: chiese che svelano ogni recesso all’occhio dello spettatore, contro la naturale selettività dello sguardo: la luce e le forme si assemblano secondo logiche di accumulo, senza che tuttavia si perda il significato di ogni dettaglio. Lo sguardo viene immerso in un turbine visivo che lascia quasi senza fiato. Davanti ai nostri occhi i particolari scivolano in un piano trasformato, in cui una nuova realtà si fa strada con il mutare del punto di vista.
Dall’altro lato l’aspetto giocoso della personalità del fotografo, protagonisti sono dei rubinetti che in un’esplosione fantastica diventano strutture di passaggio da uno stato all’altro per oggetti di diversa foggia, con spirito dissacratorio quasi carnevalesco. L’energia, il denaro, le risorse naturali vengono fagocitate in uno spazio ridotto, in una sorta di “tubo digerente di senso” che le restituisce all’occhio mutate in altro oggetto, diverso, con nuova storia e nuova funzione.
