Event Details
- From: 05/11/2016
- To: 26/11/2016
- Starting at: 17:00
- Finishing at: 18:30
Address
- Spazio 53
- Piazza Duomo 53
- Voghera
IL RIGORE DEL SEGNO
Il percorso figurativo di Antonio Giuseppe Bruni, nella sua piena maturità artistica, si concentra nello spazio profondo; un abisso di pensieri e inquietudine, il diario quotidiano di un sentimento intimo e personale. Solo la speranza della luce, un concetto presente in particolare nell’opera poetica può salvare l’uomo. Una speranza laica che trova nell’arte la sua forma più alta.
Lo spazio che Bruni costruisce diventa una struttura che, oltre a delimitare i confini della visione, si trasforma in contenitore della figura umana, stilizzata e, a volte larvale sino a diventare simbolo universale dell’esistenza. Il lavoro pittorico di Bruni si può leggere come un’intensa autobiografia nella quale egli mette a nudo la propria anima di uomo e di artista, testimonianza dell’aspetto salvifico dell’arte e della poesia.
A partire dalla metà degli anni Sessanta, Bruni ha sviluppato una pittura astratta impostata su una rigorosa composizione formale. Come nelle opere più legate al figurativo anche in questi lavori emerge la sua poetica umana; attraverso un rigore che parte dalla forma e si traduce in riflessione, in pensiero puro. Una visione dell’uomo che lascia trapelare un mondo metafisico che si fa universale nei temi esistenziali.
Questa mostra, dedicata al disegno e alle opere su carta di impronta più dichiaratamente astratta, pone Bruni sotto una nuova luce. Dagli anni ‘70, all’insegna della piena autonomia e maturità del segno, nascono le sue “Composizioni” che se da un lato operano una sottrazione della figura dall’altro potenziano i meccanismi di una visione che fonde magistralmente razionalità e lirismo. Si muove così alla ricerca di un linguaggio nuovo, di una frontiera dell’arte che nella musicalità della composizione (il termine viene ricordato da un raffinato astrattista come Luigi Veronesi) e nell’organizzazione razionale degli elementi convogli l’attenzione dell’osservatore e ridefinisca lo spazio dell’opera. L’artista sollecita il pensiero e lo pone dentro una costruzione chiusa, un insieme di linee geometriche che stimolano emozioni sopite, che si fanno segno del dialogo interiore del pensiero. Una forma che diventa espressione del sentimento.
Renzo Basora